Singapore 28 settembre 2021
Ciao topolino,
ti scrivo dopo tutta un’estate passata in Italia.
Ho riletto ill mio ultimo post e lì dichiaravo, correva il 7 giugno 2021, che saremmo partite il 10 luglio…invece siamo partite il 15 giugno e atterrate a Malpensa all’alba del 16 giugno. Siamo partite all’improvviso per un’occasione che non avrei mai voluto vivere, ma a cui ahimè poi ho sentito imprescindibile presenziare. La morte dello zio Andrea…il 14 giugno…pensa solo il giorno dopo il nonno Paolo.
No, amore tu non porti il suo nome: semplicemente entrambi voi avete il nome più bello che ci sia…e cosi te l’ho dato.
È stato un evento molto pesante..tu non te lo ricorderai senz’altro, ma per la mamma è stato un evento piuttosto traumatico. Lo zio Andrea era ed è una persona molto importante nella mia vita: lo conosco da quando sono nata e a volte ancora mi vengono dei flash a pensare che non ci sia più e mi manca il fiato un pochino. Piango mentre ti scrivo queste parole perché sai, tante volte, vedrai, succedono cose nella vita che sono profondamente ingiuste e sicuro questa è una di quelle volte. Lo zio Andrea non era una persona qualunque…era dotato di una forza che credo poche persone possiedono. Credo che questa forza nascesse dall’amore smisurato che aveva per la sua famiglia..in toto (nonno nonna e zio Danio inclusi) ma soprattutto per la zia Chicca e la Sofia. Sono CERTA che lui traesse tutta questa forza e determinazione da questo amore che aveva e bisogna ammettere che questa fonte energetica l’abbia tenuto in vita per tantissimo tempo…oltre forse le aspettative della scienza.
Ma sai l’amore è una capacità dell’uomo incredibile..per citare Dante…”move il sole e l’altre stelle” e io credo che possa fare anche miracoli perché scatena l’inferno in paradiso!
Durante il viaggio in aereo, mentre tu dormivi abbracciata al tuo pinguino, io riflettevo e piangevo…ho buttato giù due righe rispetto a quello che provavo e dopo averle modificate un po’ la sera prima del funerale, mi sono sentita, grazie al permesso della zia Chicca, di leggerle in chiesa.
Te le copio…credo che ti possa dare uno spaccato di ciò che Andrea abbia significato per me e per tanti. Dico questo perché al cimitero tanti mi hanno avvicinato, professando che sentivano le stesse cose e pensavano le stesse cose. A me è servito esserci stata: non sarei riuscita a gestire questo evento in remoto…era troppo. E sebbene sia stato un evento molto molto doloroso, che ripeto non avrei mai voluto vivere, il dolore era solo direttamente proporzionale all’amore provato per lui. L’energia era tanta…le lacrime erano tante…ma l’amore era infinito. Mio fratello Andrea era unico e tutti la pensano come me. Ora è là insieme al nonno e ad altre persone che gli hanno voluto bene…ma io lo penso insieme al mio papà più di tutti. Mi mancano molto entrambi…ti lascio le mie parole…ti amo, la mamma!
“Come tutti sapete io considero Andrea un fratello… l’amicizia tra i nostri papà ha fatto in modo che noi crescessimo insieme. Tanti dei miei primi ricordi coinvolgono Andrea.. a Tavon, San Romedio, l’orso Charlie, all’isola d’Elba, in vacanza in Puglia, o a Vico.. alla fiera di San Carlo alla domenica mattina alle 8 (chi conosce Giuseppe e Paolo sa!), mia nonna Maria che lo amava per mille motivi e anche perché ‘l’è sempar lucid’…il cortile Lazzari.. un’istituzione, la Laika, il pallone di Platini, la motoretta della polizia, i due laghi, o quella volta che mio papà ci era venuto a prendere prima alla Provvidenza per andare a pescare (la leggenda narra che sia stato un fiasco pazzesco) o quella volta che l’ultimo dell’anno a Tavon, eravamo scesi in pigiama mano nella mano che si e no sapevamo camminare. crescendo siamo sempre stati parte della vita l’uno dell’altra. Poi Naturalmente si è anche aggiunto lo spacca palle.. anche conosciuto come Danio Lazzari. E per fortuna.. così di fratelli alla fine io ne ho due. Come tutte le storie di fratelli.. ci sono stati momenti dove ci siamo cercati più di altri ma alla fine la certezza della presenza non era mai in discussione. È così che si fa con la famiglia.
Si dice che quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare… e tu, bomber, come ti chiamano tutti, lo hai dimostrato in prima persona. Ero presente quando ti avevano diagnosticato il primo problema.. ricordo che avevi versato qualche lacrima per pochi minuti e poi ti eri armato di coraggio e determinazione ed avevi affrontato questo inquilino del tuo corpo prendendolo per le corna a testa alta.. e infatti avevi avuto la meglio. A testa alta…certo.. perché insieme alla forza determinazione e coraggio… oh quanto coraggio.. ci hai insegnato la dignità con cui hai intrapreso queste lotte nella tua vita. Mai una lamentela, mai una critica, sempre il bicchiere mezzo pieno.. anche quando quel bicchiere – che tanto alla nostra cerchia di amici piace…astemi tutti qui.. quel bicchiere che a volte non eri nemmeno in grado di prendere in mano, ma andava sempre tutto bene, a detta tua. tu non sei mai stato vittima.. e infatti nessuno ti ha mai guardato così e nemmeno oggi lo facciamo. Nemmeno oggi hai perso, sappilo, Andri. Hai sempre avuto la volontà di non farci preoccupare, di farti carico del tuo e del nostro… anche quando in realtà eravamo tutti pronti ad alleggerirti il fardello. Ma questa cosa non appartiene alle persone come te… quelle che si sporcano le mani a piene mani.
Ieri parlando con il Lanzo abbiamo dedotto che chi ti ha conosciuto solo negli ultimi anni, non immagina chi eri prima che la vita ti lanciasse la sfida più grande della tua vita. Bè a voi dico, per usare un’espressione che a Ortesi Senior piaceva molto, l’era na forsa ad la natüra.
Trovo assurdo leggerti queste parole in questo luogo in questo momento, ma una cosa mi tranquillizza un pochino.. sei in buona compagnia… dove sei ora ci sono diversi guerrieri che ti hanno amato come un figlio… penso ad Albino, alla Luisa, alla Wilma (che certamente ti avrà già dato qualcosa da fare), a Fulvio, alla Rita, a Giuseppe, alla Lele, alla Francy e naturalmente al mio papà che con te aveva un rapporto più unico che raro, come io penso di avere col tuo.
Laura, Giuseppe, Danio, Chicca e Sofia ci stringiamo tutti intorno a voi.. vi porto parole di affetto e conforto da tutte le parti del mondo.. tutti mi hanno chiesto di essere messaggera della loro solidarietà e affetto per voi perché in fondo conoscervi, seppure tramite me, significa amarvi. Ma in realtà la grande famiglia Lazzari.. tutta dal primo all’ultimo non ha bisogno di presentazioni… la famiglia Lazzari È…e io mi sento privilegiata di sentirmene membra. Mi dà grande soddisfazione quando la mia bambina chiama Giuseppe e la Laura nonno e nonna.
Non voglio dilungarmi troppo anche se potrei Stare ore a parlare di te…Ti devo salutare ora fratello mio… amico… esempio… ti voglio un sacco di bene e mi mancherai moltissimo. Andri, che la terra ti sia lieve.. rest in power, grande guerriero!”